La sospensione e riattivazione dell’account di Yulia Navalnaya su X scuote l’opinione pubblica.
Nelle ultime ore, la piattaforma social X ha attirato l’attenzione internazionale per aver sospeso e successivamente riattivato l’account di Yulia Navalnaya, vedova dell’oppositore russo Alexei Navalny.
L’inaspettata sospensione dell’account X
La vedova di Alexei Navalny, il dissidente russo morto in circostanze misteriose in carcere il 16 febbraio 2024, ha visto il proprio profilo temporaneamente oscurato. Ciò è avvenuto senza alcuna spiegazione ufficiale da parte del social network.
L’account, creato il 19 febbraio per proseguire l’impegno del marito, ha rapidamente guadagnato oltre 100 mila follower, dimostrando un ampio sostegno popolare. La reazione alla sospensione dell’account è stata veloce, con molti che hanno interpretato il gesto come un atto di censura.
La reazione di Navalnaya
Prima della sospensione, Yulia Navalnaya aveva utilizzato la piattaforma per chiedere la restituzione del corpo del marito. La donna ha espresso il desiderio che: “Restituite il corpo di Alexei e lasciate sia sepolto con dignità, non impedite alla gente di salutarlo. E chiedo davvero a tutti i giornalisti che potrebbero ancora fare domande: non chiedete di me, chiedete di Alexei“.
Un appello simile era stato lanciato anche dalla madre di Navalny, Lyudmila, in un video messaggio indirizzato direttamente al presidente russo Vladimir Putin. La madre dell’oppositore russo ha chiesto che il corpo del figlio le fosse restituito per poterlo seppellire: “Mi rivolgo a lei, Vladimir Putin, la soluzione del problema dipende solo da lei. Mi faccia finalmente vedere mio figlio“.
Questi eventi sollevano interrogativi sulla libertà di espressione e sul ruolo dei social network come piattaforme per il dibattito pubblico. Anche l’improvvisa riattivazione dell’account lascia aperti molti dibattiti sull’autonomia delle piattaforme social e sulla loro capacità di influenzare l’opinione pubblica.
In questo contesto di tensione politica e di dibattito, la storia di Yulia Navalnaya e di suo marito Alexei continua a essere un simbolo potente della lotta per la giustizia e la libertà di parola.